Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore.
Henri Cartier Bresson

giovedì 20 febbraio 2014

PROGETTO: Alice in wonderland

Per decenni il racconto di Alice fu considerato un vero classico per l’infanzia, altri non è che testo denso di significati simbolici e messaggi allegorici, comprensibili, perciò, quasi esclusivamente da fruitori adulti.


ALICE 

La protagonista, una bambina di sette anni annoiata e fiaccata dal caldo primaverile che sembra risentire di una continua oscillazione/crisi della sua identità, in opposizione costante, tra nome e pseudonimo, crescere e decrescere, in una sorta di disorientamento globale nella dilatazione spazio temporale della realtà (“meravigliosa”) sotto terra. Il nome Alice è ambiguo: se di origine celtica, significa “di bell’aspetto”, “bella”, se di origine greca, invece, derivando da  “Alessandro”, significa “che protegge, che salva”. Ma Alice è un’eroina prima di tutto curiosa perciò disposta ad abbandonare le sue sicurezze per un viaggio nell’ignoto.





LO STREGATTO
una delle figure più strane ed inquietanti presente nella favola, in grado di essere visibile e invisibile, è una presenza che c'è e non c'è quasi come fosse la coscenza stessa di Alice. Il gatto il più delle volte contraddice la bambina come volesse interpretare la figura genitoriale proibizionista.





IL CAPPELLAIO MATTO

Pazzo già nella definizione, è invece un eroe del tutto positivo e, pur essendo adulto, mantiene la forza dirompente del bambino che combatte le imposizioni e i luoghi comuni e si ritrova addirittura a sfidare il Tempo per capovolgerlo.





LA REGINA DI CUORI
Donna di potere, rossa come il sangue, la passione e la collera, probabile caricatura satirica della sovrana, la regina Vittoria. Le Regina di Cuori rappresenta l’antica Furia greca, della cui sensualità è debole vittima lo stesso consorte Re di CuoriIn quanto Grande Madre crudele è in grado di giudicare con un solo mezzo: il taglio delle teste. La Regina non è in grado di riconoscere l’individualità del singolo, perciò riduce tutti a numeri, semplici carte del suo gioco nelle strade di sua proprietà. Il potere della sovrana è assoluto e anche l’evidenza deve piegarsi al suo volere: durante le sue partite di croquet non può che esserci un solo vincitore, la regina stessa.